Alfredo Gioventù

Artista

La mia lettera di adesione al Comitato Scientifico

Le motivazioni che mi rendono onorato di far parte del Comitato Scientifico per il Centenario di Mario Lodi trovano fondamento, prima ancora che nel valore riconosciuto che la figura di Mario Lodi porta con sé, nella sfera dell’affettività, e sono permeate da un profondo sentimento di gratitudine che muove il mio desiderio di fornire un fattivo contributo alla diffusione del suo lavoro e del suo pensiero.
Per me, nato nel 1952 e vissuto per i primi dieci anni a Piadena, tornare a parlare ed a lavorare di e con Mario Lodi ha sempre rappresentato un tuffo nelle ancestrali zone emotive della memoria. Ripercorrere la strada tra l’acquedotto e il Vho, passare davanti all’antica dimora di Mario e al muretto sotto cui “il furbo Alfredo passava chinato” per non farsi vedere e poter così esplorare in pace il fosso che portava alla scuola, imboccare il percorso che dalle nostre aule conduceva alle lezioni nei campi, risentire l’odore delle zolle bagnate, dei “cavi” pieni di ogni forma di vita, rivedere quei pioppi fieri di toccare il cielo e l’ultima foglia lassù in cima, che poi chiamammo Bandiera, è, ogni volta, un’esperienza che rinnova e alimenta la consapevolezza e la riflessione su ciò che allora avevo imparato, sul come e sui riflessi che ha avuto nella mia vita.
Per non parlare dell’emozione, ritrovata in età adulta, di poter riascoltare la sua voce, calma, curiosa e complice e della gioia di rivedere il suo sguardo, sempre un po’ osservatore, percependo che era orgoglioso di me e del mio lavoro, che avevo maturato trasformando i suoi insegnamenti in una professione artistica. Così come osservare nei suoi occhi il passare dei ricordi di mia mamma Maria e mia zia Lucia, due sue carissime amiche con cui aveva condiviso sogni e creatività in gioventù.
E poi rimane il debito, nei suoi confronti, per quanto è stato determinante nell’orientare la visione globale ed alcune scelte specifiche dello sviluppo della mia attività artistica e didattica.
Per aver accettato di essere nostro “mentore” delle attività dei laboratori museali dedicati alle pietre di Genova nel Museo di Sant’Agostino.
Per la splendida collaborazione che mi ha concesso quando abbiamo scritto e illustrato insieme “Il castagno”, uno dei suoi ultimi racconti, esperienza poi confluita in una interessante commistione tra la sua mostra “Alberi” e la mia personale “NarraTerra”, presso le Raccolte Frugone nei Musei di Nervi, durante l’inaugurazione della GAM 2004 – Genova Capitale Europea della Cultura.
Per il sostegno ricevuto in occasione della mia prima antologica, nella sala consiliare del Comune di Piadena, per l’intensa ed affettuosa prefazione al catalogo, e per tutte le altre occasioni in cui il mio lavoro si è avvicinato e amorevolmente allineato al pensiero ed al fare del grande Maestro Mario Lodi.